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Arresti #NoTav, presidio solidale in Piazza Nettuno [comunicati+adesioni]

Oggi giovedì 26 gennaio ore 17. Da Crash appello a “tutta la Bologna in lotta contro la crisi e il governo Monti”. I NoTav “un movimento forte e di massa che non si farà intimidire”

26 Gennaio 2012 - 12:45

> Leggi anche: “NoTav, tre indagati a Bologna

> Il comunicato:

Appuntamento alle 17h in Piazza Nettuno per esprimere solidarietà al movimento notav colpito in queste ore dalla repressione.

Anche a Bologna come nel resto d’Italia una prima iniziativa solidale con il movimento notav. Un movimento forte e di massa che non si farà intimidire dal tentativo di criminalizzazione e repressione in atto ma che già rilancia tutte le iniziative di lotta in calendario per contrastare l’opera inutile della Tav.
Le ragioni della lotta notav sono le ragioni di tutte le lotte sociali che stanno attraversando il paese e ne è espressione la partecipazione di massa a tutti i grandi cortei che si sono susseguiti da questa estate in Val Susa. Invitiamo tutta la Bologna in lotta contro la crisi e il governo Monti ad esprimere solidarietà al movimento notav.
Giorgio Libero! Liberi tutti e tutte!

Ore 17h piazza Nettuno Bologna

Laboratorio Crash

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Ore 17.00 Presidio in Piazza del Nettuno.
Chiediamo l’immediata liberazione di tutte e tutti! Libertà per la Val Susa. Per la riconquista dei beni comuni

Da questa mattina su ordine della Procura di Torino è in corso un’operazione sul territorio nazionale nei confronti di decine di manifestanti e attivisti sulle mobilitazioni No Tav.
Arresti, fermi, obblighi di dimora. Anche a Bologna perquisizioni e misure cautelari contro un nostro fratello, un nostro compagno, Alvise, al quale è stato notificato un obbligo di dimora per i fatti avvenuti nella giornata di lotta del 3 di luglio in Val Di Susa. Alvise è un attivista del Tpo, un nostro fratello impegnato nella lotta per la ricinquista dei beni comuni.
Siamo complici con Alvise, con il movimento No Tav, con chi il 3 luglio in Val Susa ha lottato e con chi continua a lottare per difendere i propri territori.
La lotta No Tav parla di diritti, di dignità, di difesa del territorio da un’opera inutile e dannosa, di sostegno all’ambiente e alla vita, di beni comuni. Un movimento reale che con questa operazione vorrebbero fermare, intimidire. Ma si illudono, perchè sappiamo già che non succederà.
Il 3 luglio in Val Susa c’eravamo tutti e sappiamo cosa é realmente successo: un attacco gravissimo, quello delle forze dell’ordine nei confronti di manifestanti, cittadini, che sono stati brutalizzati, picchiati, attaccati.
L’assedio al cantiere del 3 luglio è stato fatto da tutti e tutte.
Noi sappiamo che sono loro i veri colpevoli: persone che con manganelli, lacrimogeni e altri corpi contundenti, hanno dato prova già altre volte del loro coraggio. Hanno sparato gas, hanno cercato di uccidere Jacopo con un colpo di gas cs sparato da un metro al torace, hanno torturato persone ferite, hanno preso in ostaggio per ore il nostro fratello Fabiano, oggetto di pestaggi, sfondamento con un tubo di ferro del setto nasale, nascondendosi dietro le loro divise.
Noi ci mettiamo in gioco ogni giorno e non abbiamo paura di farlo. Continueremo ad essere al fianco della lotta NoTav, continueremo a prendere parola, continueremo a scendere per le strade di questo paese. Sabato 28 saremo a Napoli per il Forum della rete dei comuni per i beni comuni, perchè crediamo che sia un’occasione per costruire qualcosa di reale e concreto. E lunedì 30 saremo di nuovo in piazza, in occasione della visita di Napolitano a Bologna, per rivendicare diritti e libertà, un presente e un futuro degno, che ogni giorno ci viene negato. E accanto a noi vogliamo Alvise.
Vi invitiamo stasera al Tpo alle 21 per la presentazione del docufilm sugli indignados “rimetti a noi i nostri debiti”. Per una serata al fianco di Alvise.

Chiediamo l’immediata liberazione di tutte e tutti! Libertà per la Val Susa, Per la riconquista dei beni comuni.
 Ore 17.00 Presidio in Piazza del Nettuno.

Tpo Bologna

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Da Twitter:

@NoPeopleMover
Il comitato No People Mover aderisce al presidio di solidarietà ai No Tav arrestati per i fatti del 3 luglio. Ore 17 piazza Nettuno

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Finché il bosco continuerà a camminare non saremo contaminati dalla paura.

Apprendiamo dai giornali che è stato un risveglio difficile per il popolo notav, fatto di arresti e perquisizioni dal cuore della valle fino a palermo.
Un’autentica resa dei conti nei confronti di chi da anni lotta per difendere il proprio territorio e si schiera apertamente contro un’opera inutile e dannosa.
Lo schema è quello già visto altre volte: criminalizzare una parte del movimento per cercare di dividerlo e indebolirlo.
Ma la valle e le migliaia di no tav in questo paese sanno che il movimento è uno solo, senza distinzioni.

I “violenti” hanno la faccia della studentessa, della madre, del barbiere del paese, dell’insegnante che fa lo sciopero della fame e porta i suoi studenti alle reti del cantiere per insegnare loro quanto uno stato può essere violento e sordo e cieco nei confronti di un popolo che si ribella, sono donne in prima fila, sono anziani e ragazzi che lottano insieme.

Questi sono gli uomini e le donne che il 3 luglio erano in valle a subire la violenza di una repressione feroce, con gli occhi alle reti e la voglia, nel cuore, di sradicarle.

La lotte della valsusa sono un esperimento di legami sociali che si saldano nella ribellione, di decisione aperta ed orizzontale, superando i confini del territorio senza alcun rigurgito di rancore xenofobo, come avviene in altri contesti, nel nostro Paese.

I toni da forca dei giornali non riusciranno a coprire la verità in valle. Il dato politico è che non c’è spazio per chi costruisce percorsi aperti e orizzontali e che vuole decidere, cooperando, del proprio destino.

Quello della valle è un bosco che si muove tutto insieme, che decide quando e come agire, senza avanguardie o cattivi maestri. Un movimento che, dopo anni di repressione, ha ancora la stessa rabbia e la stessa dignità di sempre.

L’operazione di polizia messa in campo questa mattina non riguarda solo la valsusa: basta guardare la mappa dei bliz delle forze dell’ordine ed è facile capire come la lotta notav ci riguarda da vicino, non solo perchè molti di noi, quel 3 luglio, erano in valle, ma anche perché la lotta notav parla di una crisi profonda, sia economica che politica.
Una crisi che vede partiti trasversalmente assoggettati ai dettami della BCE e di quelle che i valsusini chiamano “mafie”: corporazioni imprenditoriali e lobbystiche che sono pienamente inserite nel sistema capitalistico.
Una crisi che è sistemica, perché è su progetti inutili e disastrosi, odiati dalla gente, su queste bolle speculative che i governi fondano la loro politica economica.

La lotta notav, è la dimostrazione che i movimenti sono incompatibili con il volto feroce del capitalismo e del suo braccio armato.

Proprio da questa incompatibilità ripartiamo per dire che eravamo lì 3 luglio e se ci sarà bisogno, se il popolo della Valle ci chiamerà, ritorneremo.
Se vogliono fermarci devono prenderci tutti ma che si sappia siamo in migliaia.
Per le donne e gli uomini arrestati la solidarietà non basta, siamo complici.

Non è una frase che appartiene ai nostri dialetti, ma l’abbiamo imparata bene, per questo la urliamo tutti insieme: a sarà dura!

E adesso provate ad arrestare un bosco che cammina.

Cominciamo dal presidio di Bologna, h.17, Piazza Maggiore.

TimeOut 

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SOLIDARIETÀ A TUTT* GLI/LE ARRESTAT*! LIBER* SUBITO

Questa mattina all’alba è scattata un’operazione di polizia che ha coinvolto gli/le attiviste del movimento NO TAV. Si tratta dell’emissione di 26 ordinanze di arresto per custodia cautelare, 15 ordinanze di obbligo di dimora, ed un compagno agli arresti domiciliari.
La decisione del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, di dare vita a questa stretta repressiva, è un chiaro tentativo non solo di scoraggiare la resistenza che il movimento NO TAV continua ad agire in Val Susa, ma anche di inibire e scoraggiare chi, in piena crisi, porta avanti lotte e vertenze per la difesa dei propri diritti.
Come Mujeres Libres ci sentiamo complici e solidali con le/i compagni* arrestat*, e con chi da anni oppone il proprio dissenso alle decisioni che i soliti noti prendono sui nostri corpi, sulle nostre terre, sulle nostre vite.

Saremo anche noi al presidio di solidarietà alle 17:00 in piazza Nettuno.

LA VAL SUSA PAURA NON NE HA!

Mujeres Libres Bologna

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NO TAV: perquisizioni e denunce a Bologna
L’ondata repressiva contro il movimento no tav ha colpito anche a Bologna:
al momento pare che la sistuazione nel capoluogo emiliano sia di 3 perquisizioni 2 ad anarchici ed una a carico di un attivista del tpo, colpito anche con un obbligo di dimora fuori regione.
Una delle 2 perquisizioni a carico degli anarchici, alla quale era presente lo stesso Rizzoli (capo della digos bolognese) è stata molto brutale fino all’arrivo di un avvocato.
I compagni sono poi stati condotti in questura per il prelevamento dele impronte ed il foto-segnalamento e denunciati.
A loro così come a tutte le persone arrestate, colpite da provvedimenti cautelari e perquisite va tutta la nostra solidarietà.

E’ evidente che in tempi di crescente miseria, in cui un “governo tecnico” è chiamato a scongiurare ogni situazione di lotta reale, quest’ondata repressiva sia un monito.
Chi ci comanda vorrebbe instillare la paura infondendo sconforto e fomentando le divisioni in chi lotta tanto in val susa quanto ovunque.
Infine urge sottolineare come queste perquisizioni a Bologna si inseriscono in un momento di particolare recrudescenza repressiva ed accanimento poliziesco ai danni degli anarchici e di chiunque abbia scelto il rifiuto di qualsiasi mediazione o riconoscimento da parte delle istituzioni.
Dopo la chiusura del circolo anarchico Fuoriluogo e gli arresti aprile, quelli del 3 luglio in Val Susa, hanno continuato a piovere denunce, e processi per fatti che probabilmente in altre circostanze non avrebbero portato nemmeno ad un rinvio a giudizio.Al tutto si aggiungono una decina di “nuovi” avvisi orali, una ventina di fogli di via, 2 tentavi di affibiare la sorveglianze speciale e continui fermi da parte della digos a volte con atteggiamenti intimidatori e violenti finiti anche con nottate in questura.

Anarchici a Bologna

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Questa mattina le abitazioni di tanti e tante compagn* sono state
violate, su tutto il territorio nazionale, in una pesante operazione
di polizia ai danni di attivist* NoTav e solidali. L’operazione ha
portato a 26 arresti e 15 misure cautelari tra obblighi e divieti di
dimora, oltre alle numerose perquisizioni, che hanno interessato anche
tre centri sociali del torinese.
La repressione torna a colpire,
puntuale come il sole all’alba: le questure italiane non si sono
lasciate sfuggire l’occasione di assestare l’ennesimo colpo basso nei
confronti di chi da sempre combatte per la difesa dei propri
territori, delle proprie comunità, delle proprie idee.
Quest’infame intervento poliziesco si sviluppa nel pieno della
generale sollevazione popolare che contesta e rifiuta gli scempi
imposti dall’attuale governo di banchieri e burocrati.
Il potere costituito, che si è visto paralizzato dai blocchi degli
ultimi giorni e dai disordini generalizzati che ne stanno tuttora
conseguendo, ha ben pensato di mostrare i muscoli, di colpire lì dove
aveva la certezza di andare a segno, di sferzare un colpo collaterale
che ne riconfermasse l’autorità e la capacità di controllo e
repressione del dissenso. Il governo Monti, troppo impegnato a
difendere gli scricchiolanti cardini neoliberisti, non ha interesse a
passare al vaglio le istanze e le ragioni di qualsivoglia soggettività
sociale o politica. Esso delega questo compito alle questure, capaci
di agire nella sola direzione che conoscono: quella della
criminalizzazione della lotta -qualunque essa sia- e della
normalizzazione dell’eccezione, mediante qualsiasi mezzo.
Il popolo
NoTav mai si è lasciato intimorire, nè dai loro lacrimogeni, né dai
loro arresti. Il 3 luglio nessun* compagn* è indietreggiat* davanti
alla loro violenza: con il fiato spezzato dal gas e gli occhi gonfi di
rabbia, la resistenza popolare all’imposizione di un’opera inutile ha
continuato a rispondere con forza che “i popoli in rivolta scrivono
la storia, NoTav fino alla vittoria!”
Solidarietà e complicità con
tutt* i\le compagn* perquisiti, “esiliati”, arrestati
stamattina .
Liber* tutt*!

c.p.a. Shakur

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Le lotte non si arrestano..si rilanciano!

La notizia degli arresti ai danni di alcuni tra i tantissimi che hanno partecipato alla lotta No Tav non fa altro che confermare un dato. La battaglia contro l´alta velocità fa paura, perchè simbolo di una resistenza popolare di massa che ha trovato l´appoggio di tutto il paese. E proprio per questo si criminalizzano persone prese alla rinfusa. Per attaccare la dimensione massificata dell´opposizione a questa grande opera inutile.

In questi giorni il movimento dei forconi prima, i pescatori sotto Montecitorio poi, stanno mostrando come il vento stia iniziando a cambiare, come la luna di miele del Governo Monti-Napolitano inizi a imboccare il rettilineo finale..dalla pratica del blocco della circolazione delle merci alla determinazione sotto Montecitorio, l´opposizione concreta alle misure di austerity inizia ad emergere..e l´azione repressiva rivolta contro i No Tav è un messaggio chiaro a tutte le altre lotte che stanno crescendo!

Tra gli arrestati ci sono anche molti studenti, che avevano fatto propria la battaglia della Valle di Susa leggendola come necessaria e sostanzialmente identica a quella che avevano combattuto contro la riforma Gelmini. A loro va tutta la nostra solidarietà e complicità, ma intendiamo rispondere senza mai fare un passo indietro. Per questo rilanciamo ancora più con forza la contestazione a Giorgio Napolitano e all’inaugurazione dell’anno accademico, prevista per il 30 gennaio ormai alle porte.

Colui che anche a proposito della resistenza popolare prese parola, parlando di “violenza eversiva”. La vera violenza, quella quotidiana, scientifica, razionale è però quella della precarietà, delle misure lacrime e sangue, dei pacchetti di riforme come quello che proprio sull´università il governo si accinge a varare e che già vede nell’abolizione del valore legale dei titoli di studio un primo provvedimento da attaccare e contrastare duramente.

Il 30 gennaio metteremo in campo un altro tassello dell´unica lotta che tutti insieme combattiamo, in tanti territori diversi: per i beni comuni, per il reddito, per una formazione di qualità. Contro le politiche di austerity ed il sistema del debito, torneremo in piazza per riportare la voce delle lotte sociali in città!

Appuntamento alle 9 in piazza Verdi, per poi muoverci alle 10 – 10.30 ed andare a contestare l´inaugurazione dell´anno accademico e l’inaccettabile presenza di Napolitano e Profumo in città!

#OccupyUniBo

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Volantino distribuito a Bologna dopo gli arresti del 26

SI PARTE E SI TORNA INSIEME

All’alba di giovedì 26 gennaio le case di 52 persone in tutta Italia vengono perquisite. Una quarantina sono gli arrestati e i colpiti da altre misure restrittive.
I capi d’imputazione sono violenza, lesioni e danneggiamento, reati contestati in due occasioni diverse: il 27 giugno (data dello sgombero della Libera Repubblica della Maddalena) e il 3 Luglio (giornata di assedio al cantiere militarizzato). In entrambi i giorni la solidarietà con la lotta NO TAV in Val Susa è stata generosa e determinata.

In valle, in quei giorni, c’eravamo tutti. Diverse realtà si sono ritrovate a condividere un percorso di lotta rispettando le peculiarità di ciascuno.
Contro l’occupazione militare che ha infestato la valle c’erano i suoi abitanti e altri solidali provenienti da tutta Italia e dall’estero.
Non c’erano i “professionisti della violenza” creati ad arte dai media, né truppe di terroristi internazionali ma una aggregazione di individui uniti nella resistenza all’ennesimo sopruso di uno stato che attacca brutalmente qualunque forma di contrapposizione.

Lo Stato colpisce chi si organizza autonomamente per difendere il proprio territorio e per farlo non esita ad agire in prima persona scardinando il meccanismo della delega, chi cerca di costruire altri tipi di dinamiche, orizzontali e lontane da una gestione gerarchica della vita.

E’ evidente che in tempi di crescente miseria, in cui un “governo tecnico” è chiamato a scongiurare ogni situazione di lotta reale, quest’ondata repressiva sia un monito.
Chi ci comanda vorrebbe instillare la paura infondendo sconforto e fomentando le divisioni  in chi lotta in val susa e ovunque.

In Val Susa c’eravamo tutti. Di fronte a questa ondata repressiva è necessario ritrovare la forza che in quei giorni ci ha spinto a lottare fianco a fianco. Riportiamola anche lontano dalla valle. Riportiamola a Bologna, città laboratorio di repressione, in cui sono all’ordine del giorno fermi persecutori e violenti, avvisi orali, fogli di via e arresti.

Contro chi rinchiude e devasta un territorio.
Alle persone arrestate, colpite da provvedimenti cautelari e perquisite va TUTTA la nostra solidarietà

Anarchici