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“Andiamo a Roma a gridare la nostra rabbia” contro patriarcato, sessismo e violenza

Le Mujeres Libres promuovono la partecipazione da Bologna al corteo previsto nella capitale il 26 novembre: questa sera cena di autofinanziamento per il pullman [info].

17 Ottobre 2016 - 13:06

foto zic“Ogni giorno lottiamo instancabilmente contro le angherie del patriarcato, contro sessismo e contro la violenza di un sistema che ci vuole vittime, sfruttate, morte. La violenza la combattiamo, e la subiamo”.

E’ quanto scrive il collettivo femminista Mujeres Libres, aderendo all’appello “Non una di meno”, promosso da diverse realtà di tutta Italia,  per una manifestazione nazionale il 26 novembre a Roma.

“Stanche di come il problema viene affrontato da istituzioni e media – proseguono – stanche di sentire ancora dell’ennesima violenza, di qualsiasi entità, contro una donna, stanche di sentire ancora di una morte femminile, portiamo le nostre battaglie e i nostri desideri oltre le mura della nostra città: andiamo a Roma a gridare la nostra rabbia!”. Questa sera al Circolo anarchico Berneri di porta Santo Stefano per è prevista una cena per autofinanziare un pullman per Roma, rispetto al quale è possibile avere informazioni anche scrivendo a viazambonifemminista@inventati.org o contattando il collettivo su facebook.

Dal manifesto di chiamata per la giornata del 26 novembre emerge il quadro desolante dello stato della lotta al sessismo e alle violenze in Italia: “Non accettiamo più che la violenza condannata a parole venga più che tollerata nei fatti. Non c’è nessuno stato d’eccezione o di emergenza: il femminicidio è solo l’estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica. E’ una fenomenologia strutturale che come tale va affrontata. La libertà delle donne è sempre più sotto attacco, qualsiasi scelta è continuamente giudicata e ostacolata. All’aumento delle morti non corrisponde una presa di coscienza delle istituzioni e della società che anzi continua a colpevolizzarci. I media continuano a veicolare un immaginario femminile stereotipato: vittimismo e spettacolo, neanche una narrazione coerente con le vite reali delle donne. Dal lavoro alle scelte procreative si impone ancora la retorica della moglie e madre che sacrifica la sua intera vita per la famiglia.”

Nel comunicato delle femministe viene evidenziata quindi la volontà di creare un percorso comune a partire dalle esperienze autogestite che stanno nascendo in molti contesti: “Di fronte a questo scenario tutte siamo consapevoli che gli strumenti a disposizione del piano straordinario contro la violenza del governo, da subito criticato dalle femministe e dalle attiviste dei centri antiviolenza, si sono rivelati alla prova dei fatti troppo spesso disattesi e inefficaci se non proprio nocivi. In più parti del paese e da diversi gruppi di donne emerge da tempo la necessità di dar vita ad un cambiamento sostanziale di cui essere protagoniste e che si misuri sui diversi aspetti della violenza di genere per prevenirla e trovare vie d’uscita concrete. È giunto il momento di essere unite ed ambiziose e di mettere insieme tutte le nostre intelligenze e competenze. A Roma da alcuni mesi abbiamo iniziato a confrontarci individuando alcune macro aree – il piano legislativo, i CAV e i percorsi di autonomia, l’educazione alle differenze, la libertà di scelta e l’IVG – sappiamo che molte altre come noi hanno avviato percorsi di discussione che stanno concretizzandosi in mobilitazioni e dibattiti pubblici. Riteniamo necessario che tutta questa ricchezza trovi un momento di confronto nazionale che possa contribuire a darci i contenuti e le parole d’ordine per costruire una grande manifestazione nazionale il 26 novembre prossimo.”