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Anche l’occupazione di via Irnerio rischia il sequestro, tensione in Comune

Carabinieri bloccano attivisti Asia-Usb (con Noi Restiamo e Ross@) all’entrata di Palazzo D’Accursio: “Istituzioni incapaci di individuare soluzioni concrete per gestire un problema abitativo ogni anno più persone”. Intanto un altro sfratto rinviato da Social Log.

09 Ottobre 2015 - 17:20

Occupazione Asia via Irnerio - © Michele LapiniTensione stamattina a Palazzo d”Accursio. In piazza Maggiore si è svolto un presidio sul diritto alla casa promosso da Asia-Usb e i manifestanti, ad un certo punto, hanno deciso di muoversi verso la sede del Comune mentre all’interno si stava svolgendo una seduta di Consiglio. Un cordone di carabinieri in assetto antisommossa, però, li ha bloccati sullo scalone principale e sono volati spintoni. Dopo lunghi minuti di fronteggiamento, i manifestanti hanno lasciato il cortile di Palazzo D’Accursio solo quando è stato comunicato loro la possibilità di un incontro con la Giunta per il prossimo 20 ottobre.

Il presidio di stamattina era convocato da qualche giorno ma, ieri, le motivazioni per scendere in piazza da parte di Asia si sono rafforzate per la notizia di un provvedimento di sequestro emesso per lo stabile occupato in via Irnerio. Questo il comunicato del sindacato di base sulla vicenda: “Dopo mesi di iniziative, presidi e tavoli con gli assessori comunali, gli occupanti dello stabile di via Irnerio sono venuti a conoscenza questa mattina (ieri, ndr) della notizia del sequestro dell’immobile in cui vivono da due anni. La notizia arriva a chi, trovandosi in una condizione di emergenza abitativa e abbandonato dalle istituzioni, ha deciso di organizzarsi con Asia-Usb e di occupare l’immobile di proprietà dell’Azienda Ospedaliera Sant’Orsola, che come tanti stabili in questa città era lasciato al disuso da anni. L’esperienza delle occupazioni organizzate con Asia-Usb così come quelle organizzate dalle altre realtà cittadine per il diritto all’abitare, hanno infatti dato in questi anni un segnale forte alle istituzioni che si mostrano incapaci di individuare soluzioni reali e concrete per gestire un problema abitativo che ogni anno coinvolge sempre più persone”.

Continua il comunicato: “Proprio la determinazione degli occupanti e le mobilitazioni per il diritto all’abitare messe in campo in città , aveva portato un anno fa, alla possibilità di avviare una trattativa che portasse alla regolarizzazione dell’occupazione di via Irnerio e che aprisse il confronto per un piano generale di regolarizzazione degli stabili occupati e soluzioni all’emergenza abitativa attraverso l’utilizzo dell’enorme patrimonio sfitto dei grandi proprietari. Ma l’incapacità delle istituzioni di prendere una posizione e fornire risposte concrete e generali all’emergenza abitativa ed il rifiuto di includere attivamente le realtà per il diritto all’abitare ai tavoli di trattativa, ha portato di fatto a peggiorare la situazione di chi oggi vive nelle occupazioni. Da alcuni mesi infatti, a Bologna come in altre città d’Italia, l’emergenza abitativa viene gestita sempre di più come un problema di ordine pubblico attraverso l’uso di strumenti repressivi come sequestri degli stabili occupati, sgomberi e sfratti. Quello di via Irnerio segue infatti i precedenti sequestri disposti dalla procura per le occupazioni abitative attive in città ed ormai inserite nel tessuto cittadino. Il vergognoso uso della repressione di questi mesi si accompagna alle scellerate politiche di macelleria sociale portate avanti dal Pd e che mettono in ginocchio le fasce più deboli della popolazione attaccando i diritti e negando ogni possibilità di una vita degna. Il Piano Casa di Lupi ed in particolare l’art. 5 è infatti un esempio chiaro di quale trattamento è riservato a chi, di fronte all’incapacità delle istituzioni politiche di dare risposte ai problemi della popolazione, sceglie di organizzarsi, resistere e portare avanti con determinazione la rivendicazione per il diritto all’abitare”.

Anche Ross@ e la campagna Noi Restiamo stamattina erano in Comune insieme ad Asia: lo stabile di via Irnerio “ha visto la nascita della nostra campagna giovanile e del Centro Studio Occupato TerzoPiano, che da due anni è diventata una realtà di incontro, dibattito e produzione di percorsi di lotta. Dunque questa mattina ci siamo presentati a Palazzo d’Accursio insieme ad Asia-Usb e agli abitanti delle sue occupazioni per poter parlare durante il question-time, e chiedere, anzi, pretendere dei chiarimenti dall’amministrazione comunale. Naturalmente, non ci è stato concesso di poter parlare al sindaco o a qualche assessore competente (come sarebbe legittimo nelle giornate di question-time) poichè siamo stati bloccati all’ingresso da un reparto di celere ben schierato a difesa di quelle istituzioni che ancora si ostinano a definirsi ‘democratiche’, ma che sempre più sanno mostrare solo la faccia repressiva a chi chiede diritti e dignità.

Sempre Asia, poi, ieri ha effettuato un altro presidio: questa volta all’Acer, sul tema dell’Edilizia residenziale pubblica.

Nel frattempo si allunga l’elenco degli sfratti rinviati grazie ai picchetti solidali. E’ successo anche stamattina, come rende noto Social Log: “Sfratto rinviato all’11 gennaio dopo una lunga mattinata di resistenza alle porte di casa di Essafi e Assia e i loro tre piccoli bambini. Entrambi operai, entrambi in grosse difficoltà economiche da mesi, tra cassa integrazione, licenziamenti e caro affitti. Il Comitato Inquilini Resistenti è riuscito ancora una volta a far sì che il rinvio dello sfratto coincida con la data di accesso alla casa popolare garantendo alla famiglia di Assia di non vivere l’orrore dello sfratto a cui i servizi sociali non erano riusciti a dare altra soluzione se non la strada. Anche i bambini di Assia parteciperanno mercoledì 16 alle 11,30 da via Mascarella all’iniziativa di lotta ‘I bambini non si cancellano! Aboliamo l’articolo 5!’ che porterà alle porte del Saie, dove si attende il ministro delle infrastrutture Delrio, lettere, disegni e pensierini dei bambini e delle bambine che vivono in occupazione e subiscono quotidianamente i terribili effetti dell’articolo 5 del Piano Casa. Oltre all’articolo 5 vogliamo denunciare pubblicamente il fallimento completo del Piano Casa dell’ex ministro Lupi ed oggi gestito da Delrio rendendo nota anche alla popolazione bolognese le cifre rese note dallo stesso ministero che a fronte di 69000 sfratti esecutivi in tutta Italia solo 204 sono i nuclei famigliari che hanno rinnovato il contratto utilizzando il fondo morosità. A Bologna ci sono tre sfratti per ogni giorno dell’anno e la cifra è destinata a salire visto il totale fallimento del Piano Casa anche in materia di sostegno agli sfratti per morosità. Riteniamo quindi operazioni come il Galaxy un primo passo, ma anche ad oggi, una goccia nel mare: se Assia non resisteva allo sfratto e otteneva il rinvio fino ad assegnazione di casa popolare che fine avrebbe fatto insieme alla sua famiglia? E le altre decine e decine di famiglie del nostro comitato? E le centinaia di nuclei famigliari in attesa di sfratto per morosità incolpevole? Dal canto nostro continuiamo a rivendicare la necessità di allestire un nuovo Piano Casa che ponga al centro l’edilizia residenziale pubblica e si accompagni di una moratoria immediata degli sfratti e il blocco degli sgomberi delle occupazioni abitative che ad oggi hanno garantito la casa, welfare indipendente e accesso al mutuo soccorso a centinaia di famiglie della nostra città e a costo zero per la comunità”.