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Altra ‘fuga’ da scuola, Sgb: “Non si scarichi responsabilità su lavoratori”

“Segnalazioni sottovalutate”, afferma il sindacato di base, che segnala anche uno sciopero del reparto sosta di Tper. L’Usb, invece, informa di una giornata di mobilitazione davanti all’Inps e denuncia “l’uso improprio” dei pompieri negli sfratti.

01 Ottobre 2017 - 20:14

Dopo l’episodio delle Giaccaglia Betti nel parco della Montagnola (in merito al quale la Procura ha intanto chiesto l’archiviazione dell’inchiesta penale), nei giorni scorsi si è verificata un’altra ‘fuga’ di due bambini dalla materna 18 Aprile di via Scandellara. Scrive a questo proposito l’Sgb: “Ci risiamo! Ancora dei bimbi in fuga da una scuola dell’infanzia del Comune. Questa volta è successo alla scuola dell’infanzia 18Aprile e come accaduto quest’estate alle scuole Betti in montagnola, ancora una volta è a rischio la sicurezza nei luoghi di lavoro del Comune di Bologna, ancora una volta si tratta di un problema già segnalato da tempo che la dirigenza della Ies continua a sottovalutare. Non accetteremo che si scarichi nuovamente la responsabilità sulle insegnanti e sui collaboratori della scuola 18 Aprile ma pretendiamo che si individui le responsabilità nella gestione di asili nidi e scuole dell’infanzia ormai al collasso in termini di carichi di lavoro per il personale e di una politica di disinvestimento per questi servizi. Rifiutiamo, sin da subito, il tentativo di indicare falsi colpevoli come è successo quest’estate alle scuole Betti dove si è utilizzata la massiccia partecipazione allo sciopero del 3 Luglio (organizzato da Sgb contro i centri estivi) come causa della presunta inadeguatezza del personale a gestire la sicurezza dei centri estivi. Uno dei problemi di cui nessuno parla è che la gran parte dei rappresentanti dei lavoratori (qualche eccezione lodevole) per la sicurezza (Rls) del comune di Bologna, nominati solo dagli altri sindacati in quanto non è stato concesso neanche un delegato a Sgb, non svolgono correttamente la loro funzione perchè avrebbero la possibilità, per legge, di verificare e far rispettare la sicurezza e la salute nelle strutture comunali. Nel Comune di Bologna vige una sorta di dittatura sindacale creata da amministrazione comunale e sindacati “amici” attraverso una serie di espedienti tecnici (su questo torneremo nei prossimi giorni) che impedisce ai sindacati considerati “nemici” dalla Giunta Merola di potere svolgere la normale attività di informazione tramite le assemblee e di vigilanza sulla sicurezza degli ambienti di lavoro che colpisce in primis Sgb e tutti i lavoratori.  Il silenzio degli Rls dimostra esattamente la loro volontà di nascondere i problemi. Non vorremmo che il tentativo di dequalificare i servizi all’infanzia fosse la solita strategia usata in tanti altri casi da quest’amministrazione, utilizzata come “movente” per avviare inevitabilmente processi di privatizzazione. Sgb esprime pieno sostegno alle insegnanti e ai collaboratori della scuola 18 Aprile e solidarietà ai genitori che hanno tutto il diritto di essere infuriati”.

Sempre l’Sgb, poi, segnala di aver “proclamato una prima giornata di sciopero di 24 ore dei dipendenti del reparto sosta di Tper che si ritroveranno in presidio alle ore 9 davanti ai cancelli dell’azienda di via Saliceto per rivendicare, ancora una volta i propri diritti e chiedere a Tper di ritirare le contestazioni disciplinari che, negli ultimi giorni, hanno portato alla sospensione di due operatori, minacciati di licenziamento. Non passa giorno senza che la dirigenza di Tper, forse per giustificare i propri lauti compensi, non porti un nuovo attacco ai diritti dei lavoratori della sosta portando avanti una ottusa politica di gestione del personale basata sulle minacce e sulla privazione che, lungi dal valorizzare le proprie risorse, sembra voler incoraggiare i lavoratori alla fuga. Da tempo Sgb denuncia la carenza di personale operativo su strada che, fra l’altro, comporta un minor controllo della sosta a fronte anche di un ampliamento delle zone a pagamento. L’azienda, sorda alle richieste di assumere nuovo personale per compensare la mancanza di chi, negli ultimi anni si è licenziato, è stato trasferito in un altro reparto o non è più idoneo alla mansione, pretende che quelli rimasti raggiungano gli stessi livelli di ‘produzione’ precedenti negando sistematicamente ferie, congedi e permessi, tacciando di assenteismo chi utilizza 104 o congedi parentali e penalizzando chi si ammala. Il numero dei controlli giornalieri (ricordiamo che gli accertatori registrano le targhe di tute le vetture che si trovano sul loro percorso che siano o meno in regola) è diventato l’unico, avvilente, metro di misura della professionalità degli accertatori che ruba tempo alla ben più utile attività di supporto alla mobilità cittadina , per inserire inutili numeri in uno strumento che, tra le altre cose, si è dimostrato inadeguato alla sua funzione e il cui utilizzo costante ha portato ad un aumento di problemi di vista e legati alla postura dei lavoratori. A questo si aggiunge un uso delle contestazioni disciplinari volto ad annichilire e a spaventare il reparto, che si inasprisce quando l’azienda intende peggiorare le condizioni di lavoro, con un tempismo a dir poco sospetto, e che ha recentemente portato alla sospensione dal lavoro di due accertatori. Tutto ciò sta peggiorando il clima e le condizioni di lavoro di chi non capisce perché le carenze di organico e quelle organizzative debbano essere affrontate comprimendo i pochi diritti rimasti ai lavoratori. Quello che avviene in Tper si inserisce appieno nell’attacco complessivo ai diritti dei lavoratori portato avanti da governo ed aziende contro cui Sgb, assieme ad altre sigle del sindacalismo di base, ha proclamato per il prossimo 27 ottobre lo Sciopero Generale di tutte le categorie. Ma le prepotenze perseguite dalla dirigenza di Tper necessitano di una risposta immediata, pertanto Sgb ha proclama lo stato di agitazione del personale e martedì sarà in presidio con i lavoratori per rivendicare il diritto ad un lavoro dignitoso”.

L’Usb, invece, annuncia la propria partecipazione alla Giornata internazionale di lotta dei pensionati e per la giornata mondiale dei migranti con un presidio (martedì 3 ottobre alle 9) alla sede dell’Inps di via Gramsci: “In attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla mancata perequazione delle pensioni al costo della vita, costruiamo una mobilitazione unitaria in difesa del diritto alla pensione per tutti. La mancata perequazione è solo un episodio della volontà di distruggere il sistema previdenziale pubblico e con esso il diritto alla pensione. Il continuo tentativo di ricalcolo delle pensioni erogate con il metodo contributivo produrrebbe una riduzione dell’assegno pensionistico intorno a 200 – 250 euro. L’innalzamento dell’età pensionabile, con la scusa dell’aumento dell’aspettativa di vita, nega la pensione a milioni di lavoratori costringendoli al lavoro coatto. Ai giovani si nega la possibilità del lavoro condannandoli alla precarietà a vita che non dà diritto alla pensione per mancanza di contributi e si promette loro un assegno di povertà fra 40 anni. I migranti, privati dei diritti di cittadinanza vengono espropriati dei contributi che riescono a maturare e viene negata la possibilità di avere una pensione come gli altri cittadini. L’Inps è ostaggio del presidente Boeri che lo gestisce in funzione della sua trasformazione in ente di assistenza sociale. Intanto lo ha reso praticamente inaccessibile a lavoratori e pensionati con un sistema informatico non utilizzabile. Tutto questo produce divisione tra lavoratori anziani, giovani, lavoratori immigrati e pensionati, mettendo gli uni contro gli altri per non avere problemi nella distruzione del diritto alla pensione. Ricomporre l’unità di tutti contro l’attacco sociale ai diritti costituzionale”.

Sempre l’Usb, poi, denuncia “l’uso improprio dei pompieri, chiamati per intervenire in uno sfratto di due famiglie ad Anzola dell’Emilia”, spiegando: “Sul posto è intervenuta una nostra squadra di un distaccamento volontario, nessuna informativa preventiva era stata data al nostro Comando, lo stesso Dirigente ne era all’oscuro, il Prefetto o chi per lui, ha ignorato le disposizioni che prevedono un tavolo apposito per delineare le dinamiche dello scenario operativo”. Per questo “chiediamo al Prefetto un intervento che richiami i vertici delle forze dell’ordine al rispetto dei ruoli, noi non siamo la bassa manovalanza di nessuno, facciamo soccorso e non repressione”.