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Alma Mater, il corso è obbligatorio ma mancano i posti a sedere

Lo denuncia il Cua. Noi Restiamo esprime solidarietà agli universitari di Torino in lotta contro la concessione di spazi dell’ateneo alle multinazionali dei fast food, mentre “la mattina trovare posto a lezione assomiglia a una gara olimpica all’ultimo sangue”.

02 Febbraio 2019 - 17:33

“Un corso obbligatorio in cui non si trovano posti a sedere e si è costretti a seguire la lezione seduti sul pavimento, in condizioni inaccettabili”. A denunciare la situazione delle aule universitarie è il Cua, che pubblicando alcune fotografie documenta il sovraffollamento in una sala della Scuola di Lettere e Beni Culturali: “Questo avviene al 38 di via Zamboni. La lezione è ‘Fare rizoma’ e si tratta di un corso obbligatorio. Mentre l’amministrazione Ubertini, con la scusa della sicurezza, prova ad imporre una stretta sulla possibilità di organizzare iniziative dentro l’università, lascia che i suoi studenti, che pagano tasse sempre più alte, siano costretti a seguire i corsi in queste condizioni”.

Gli studenti accusano la dirigenza dell’Alma Mater di aver dato il via “ad una burocratizzazione senza precedenti, al progressivo smantellamento del ruolo delle Scuole e ad un forte accentramento che non hanno fatto altro che portare disorganizzazione e problemi. Sono sempre più complicati gli iter burocratici per fare qualsiasi cosa e sempre maggiori gli ostacoli per i singoli o gruppi di studenti che vogliano organizzare iniziative. Spesso la scusa è quella della sicurezza. Un problema che sembra invece non interessare ad Ubertini e i suoi protettori quando si parla delle condizioni in cui sono costretti a seguire le lezioni migliaia di studenti. Questo è solo un esempio. Non lasceremo che si possa continuare in questo modo. Ancor di più dinanzi al fatto che, spudoratamente, invece di investire sul diritto allo studio e le infrastrutture, l’università continua a sperperare quotidianamente migliaia di euro per la pulizia dei muri e il decoro. Continuando a rincorrere una discutibile e apparente estetica a discapito della vita di migliaia di studenti. Siamo dinanzi ad una delle peggiori amministrazione dell’Alma Mater. L’incompetenza e il disprezzo verso gli studenti da parte dell’attuale rettore è inaccettabile. E noi non staremo fermi!”

Sempre in tema di lotte universitarie e di carenza di spazi per esercitare il diritto allo studio, Noi Restiamo ha dato vita nei giorni scorsi a diverse iniziative in sostegno della lotta degli universitari di Torino, impegnati nella contestazione all’ateneo piemontese per aver concesso alcuni suoi immobili a due note catene di fast food, per svolgervi attività commerciali: “Da Bologna a Torino complici con chi lotta contro i privati in Università. Oggi siamo stati davanti al McDonald’s per dare sostegno al percorso di lotta che gli studenti torinesi stanno portando avanti contro la svendita degli spazi pubblici dell’Università alle multinazionali. Per un’Università accessibile a tutti!Fuori i privati dall’Università!” A seguito delle cariche della polizia nei confronti degli studenti torinesi, Noi Restiamo pone inoltre sarcasticamente questa domanda: “Gli spazi della tua università vengono dati in concessione ai privati per aprire fast food mentre la mattina trovare posto a lezione assomiglia sempre più a una gara olimpica all’ultimo sangue, e di studiare in biblioteca non se ne parla neppure che l’ultimo tavolo libero l’hai visto un paio di sessioni fa? Nessun problema, se osi protestare il rettore sa con chi farti parlare…” E ancora: “Mentre a Bologna le aule non ci sono più e un nuovo avvitamento del numero chiuso si profila all’orizzonte, a Torino gli spazi vengono direttamente messi a disposizione delle multinazionali come Burger King e Mc Donald’s, e intanto le lezioni sono sovraffollate e le aule studio una rarità”.