Acabnews Bologna

“Al Cas Mattei niente distanziamento neanche dopo i contagi”

Lo hanno denunciato Coordinamento migranti e Black lives matter Bologna, ieri in presidio in piazza del Nettuno: “Ogni giorno vengono messe in pericolo le vite e la salute dei migranti e di tutti coloro che vivono in città”.

24 Luglio 2020 - 13:21

“Vogliamo chiedere di chiudere via Mattei subito. Durante il Covid-19 non c’era rispetto delle norme, c’erano 10 persone in una camera- racconta- non sentiamo sicurezza, anche perché siamo tanti, circa 200, poi alla mensa dove noi andiamo a prendere il cibo ad esempio non c’è distanziamento”. Sono le parole di Mohamed, che vive al Cas Mattei, risuonate ieri in piazza del Nettuno al presidio indetto da Black lives matter Bologna e Coordinamento Migranti per tornare a chiedere la chiusura del centro di accoglienza: “Ogni giorno vengono messe in pericolo le vite e la salute dei migranti e di tutti coloro che vivono in città”, dicono i promotori, perché nonostante siano stati trovati “circa due settimane fa nel centro Mattei casi di coronavirus legati al focolaio scoppiato nel magazzino Bartolini, nemmeno di fronte a questo sono stati adottati i provvedimenti adeguati”. Evidentemente, come si legge nel comunicato di convocazione della protesta, “per le istituzioni e per i padroni non ha nessuna importanza se il contagio continua sulla pelle dei migranti: d’altra parte, l’economia e i profitti di questa regione dipendono significativamente dalla condizione di ricatto in cui sono tenuti i migranti nei centri, dove le agenzie in appalto e subappalto possono reclutare direttamente forza lavoro quando serve e per il tempo che serve per far funzionare fabbriche e magazzini”.

“Da mesi i migranti denunciano una situazione allucinante – ricorda un attivista del Coordinamento – quando è esplosa la pandemia all’interno del Cas non sono state rispettate le norme di distanziamento sociale che valevano sul territorio nazionale. Questo ha avuto come esito il contagio all’interno del centro”. Sono dunque urgenti “la chiusura del Cas di via Mattei e la distribuzione dei migranti in strutture più adeguate”.

Aggiunge un giovane di Black lives matter: “Chiediamo la chiusura del Cas perché non rispetta le misure di sicurezza e di prevenzione del Covid 19, ma oltre al Cas ci sono altri centri di smistamento migranti che non utilizzano queste misure di sicurezza e di prevenzione. Il razzismo non è solo in America ma anche in Italia, anche a Bologna, un razzismo istituzionale. Noi siamo nati proprio per bloccare questa tipologia di razzismo e per dar voce alle persone che non hanno voce. Da afrodiscendente mi batto per far capire alle persone che abbiamo gli stessi diritti e gli
stessi doveri, credo sia importante che capiscano che anche noi abbiamo voce”.

Al presidio di ieri hanno aderito anche Associazione Beninesi per la fraternità, ASCAI Bologna Associazione Camerunense, Appenino Migrante, Associazione Lavoratori Marocchini in Italia, Associazione Senegalese Chaikh/Anta Diop, Coalizione Civica Bologna, Comunità del Sierra Leone, Coordinamento Eritrea Democratica, Comunità Gambiana di Bologna, Comunità Pakistana Bologna, Diaspora Guineana dell’Emilia-Romagna, Giovani Comunisti/e Bologna, Associazione Nuova Generazione Tunisina (Ravenna), Usi Unione Sindacale Italiana.