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Acqua, “reagire allo smantellamento del risultato referendario” [audio]

Il comitato Acqua Bene Comune denuncia la continuità tra i governi Berlusconi e Monti nel portare avanti il processo di privatizzazione. E a Bologna rilancia con una campagna di autoriduzione della bolletta a partire da febbraio

16 Gennaio 2012 - 18:58

Un altro attacco all’acqua pubblica, mal celato fra le pieghe del “decreto liberalizzazioni” approvato venerdì scorso dal Governo; è quanto denuncia Andrea del Comitato bolognese per l’Acqua Bene Comune. Il provvedimento di fatto inibisce le possibiltà di ri-pubblicizzare le aziende del servizio idrico a livello locale, come stava avvenendo a Napoli e nella regione Puglia per l’acquedotto. Facendo perno su una formulazione astratta (che  non nomina mai espressamente il servizio idrico) in sostanza stabilisce che a gestire l’acqua non possano più essere società di diritto pubblico. Come se le mobilitazioni e il referendum di giugno non ci fossero mai stati.

In aggiunta, continua a non essere applicato a livello locale il risultato del secondo quesito del referendum, che impedisce alle società di gestione di addebitarci in bolletta la loro “remunerazione del capitale”. Questo avviene ancora in gran parte del territorio, nonostante la Corte Costituzionale abbia decretato che quel provvedimento è immediamente attuativo. Ma Bologna si distingue per un piccolo primato, perché nell’assemblea coi sindaci del 22 dicembre scorso il gestore Ato ha deliberato l’aggiunta di un ulteriore costo in bolletta, dei non meglio precisti “oneri finanziari”. Su questo punto il Comitato considera la possibilità di ricorrere in giudizio, ma a distanza di un mese si attende ancora la pubblicazione della delibera.

I comitati intendono rispondere con “un’iniziativa di rilancio complessivo di tutto il movimento”, a livello nazionale, di contrasto a questo rinnovato processo di privatizzazione del servizio idrico, con una serie di mobilitazioni che “hanno l’obiettivo preciso di far cambiare strada al governo Monti”. A Bologna è previsto un presidio di fronte alla Prefettura (piazza Roosevelt) per mercoledì 18 alle 17.30, in concomitanza con presidi e cortei in tutti i capoluoghi emiliani. E a partire dalla prossima settimana il Comitato lancia una “campagna di obbedienza civile”: per ottenere l’effettiva applicazione dei risultati del referendum,  si tratterà da parte di ogni singolo utente di applicare direttamente una riduzione della bolletta, tagliando i costi della (loro) remunerazione del capitale, che qui a Bologna ammontano al 20% circa dei costi complessivi.

 

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