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A Fico col Ficobus? Basta (quasi) un’automobile

La media di chi raggiunge il parco di Farinetti col trasporto pubblico è di sole sei persone a corsa. Passato un anno dall’inaugurazione la Regione valuterà se chiedere a Tper di sospendere il servizio.

18 Marzo 2018 - 15:41

A quattro mesi dall’inaugurazione della “disneyland del cibo” di Farinetti, Coop e compagnia cantante, la Regione Emilia-Romagna ha preso atto che i numeri registrati sui bus navetta diretti a Fico mostrano una media di soli sei passeggeri a corsa, contro una capienza di quasi centocinquanta posti per ogni mezzo. Così nei giorni scorsi l’assemblea legislativa ha approvato una risoluzione – proposta dalla maggioranza a guida Pd – nella quale si impegna a chiedere a Tper, a conclusione del periodo di sperimentazione che avrà termine il prossimo 15 novembre e se l’utilizzo del servizio continuerà a rimanere “largamente sottodimensionato rispetto alle previsioni”, di rimettere le navette a disposizione del trasporto pubblico locale, definendolo – queste le parole di consigliere di maggioranza – un atto “doveroso”.

Certo, non stupisce che il servizio dedicato con tanta solerzia da parte dell’azienda del trasporto pubblico al progetto di Farinetti si riveli già dopo pochi mesi un fallimento. Non si capisce, infatti, a quale utenza dovrebbe essere rivolto. Di certo non ai lavoratori, per almeno due ragioni: il primo e l’ultimo bus raggiungono il parco troppo tardi e lo lasciano troppo presto. La prima corsa parte dal centro città alle 9.30 di mattina, in tempo per un visitatore che voglia arrivare all’apertura delle porte, ma non per un lavoratore che alle 10 deve essere già pronto a interagire col pubblico. L’ultimo, invece, parte da Fico a mezzanotte (sebbene sul sito www.ficobus.it sia riportata una inesistente corsa in partenza alle 00.30), in questo caso quindi troppo presto per chi deve chiudere le attività, togliersi gli indumenti da lavoro e finalmente andarsene. A questo si aggiunge che il costo del biglietto (5 euro una corsa, 7 andata e ritorno) non è certo sostenibile per chi si dovesse recare lì quotidianamente. Insomma, chi lavora a Fico e ci va in bus prende il 35 di linea. Se poi ha la sfortuna di finire dopo mezzanotte non ha neanche quello per tornare in città.

Ma il Ficobus non può trovare validi fruitori neanche fra l’utenza cittadina: chi è in possesso di un mezzo proprio difficilmente preferirà l’autobus alla propria automobile, vista la considerevole distanza di Fico dalla città. E forse, a conti fatti, raggiungerlo in auto risulta più economico che spendere 5 euro per una corsa. Insomma, quello che viene definito ” il modo più semplice, ecologico e conveniente per raggiungere il parco agroalimentare” non è nè il più semplice nè il più conveniente. Forse è il più ecologico ma insomma, l’ecologia può attendere (come avemmo modo di evidenziare in una breve inchiesta sui rifiuti a Fico), e inoltre prima dell’esistenza del parco non ci sarebbe stata nessuna esigenza di raggiungerlo, quel luogo, nè di porsi il problema di inquinare o meno per arrivarci.

Pare proprio non essere utile a nessuno il Ficobus. Forse ai turisti che raggiungono la stazione centrale di Bologna? Forse, ma al momento questi turisti sono davvero pochi e, semmai un giorno arriveranno in massa come auspicano Farinetti e company, immaginiamo che raggiungeranno Fico con gli autobus, sì, ma quelli privati che portano cinquanta persone per volta. Quelli carichi di persone dall’Oriente che non vedono l’ora di osservare i tesori del Rinascimento a Firenze o del Barocco a Roma e, chissà, forse anche di mangiare qualcosa di abbastanza ricercato per i loro palati a Fico. O che forse, per correre a vedere il David di Michelangelo, si accontenteranno di una semplice “rustichella” all’autogrill.