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1° marzo, “cocciutamente sciopero”

Il Coordinamento Migranti di Bologna diffonde un comunicato del Coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in Italia: “Il 1° marzo lo sciopero si può fare e si farà”.

21 Febbraio 2010 - 13:30

Si è cominciato a parlare di 1° marzo e di sciopero dei migranti grazie al coraggio delle donne che hanno lanciato la campagna su Facebook. Poi hanno cominciato a parlarne anche i migranti e le migranti nei posti di lavoro, nelle RSU, nei coordinamenti e nei
luoghi di aggregazione. Allora molti si sono affrettati a dare lezioni e a cercare di correggere il tiro. Uno sciopero sarebbe destinato a fallire, si è detto. Sarebbe uno sciopero etnico che dividerà i lavoratori, si è accusato. Si afferma che è uno sciopero che non si può fare, perché la precarietà e il lavoro nero innalzano barriere insormontabili. Vi sono però lavoratori e lavoratrici che cocciutamente, ignorando le lezioni e superando le barriere, lo sciopero lo stanno costruendo sul serio. Andando verso il 1° marzo la parola sciopero ha unificato non solo un grande movimento di solidarietà verso i migranti, ma anche i lavoratori, e non solo quelli migranti. Il 1° marzo lo sciopero si può fare e si farà, e coloro che si asterranno dal lavoro, dicendo no alla legge Bossi-Fini e al pacchetto sicurezza, parleranno anche di chi è già precario perché la sua permanenza in questo paese è legata a doppio filo a un contratto di lavoro.  arleranno di chi il permesso di soggiorno non l´ha mai nemmeno visto, proprio a causa della clandestinità che la Bossi-Fini produce e il pacchetto sicurezza criminalizza. Parleranno anche di chi è precario e sottopagato pur essendo italiano. Il 6 febbraio, a Brescia, una grande manifestazione contro il razzismo istituzionale che i governi locali stanno applicando con ferocia ha coinvolto 20mila uomini e donne di diverse generazioni, nella maggioranza migranti. La parola d´ordine dello sciopero si è amplificata costantemente durante quella manifestazione e in conclusione sono stati pubblicamente fatti i nomi delle aziende nelle quali lo sciopero il 1° marzo ci sarà. Il 7 febbraio a Suzzara, nel Basso Mantovano, decine di lavoratori migranti si sono incontrati per discutere degli effetti della crisi nell´era della Bossi-Fini, individuando i luoghi di lavoro nei quali lo sciopero può essere preteso. In almeno tre aziende nel Basso Mantovano, per almeno un´ora in ogni turno, lo sciopero il 1° marzo ci sarà.

Il 14 febbraio a Bologna oltre un centinaio di lavoratori e lavoratrici ha preso parte a una grande assemblea nella quale alcuni delegati, italiani e migranti, hanno dichiarato il loro sostegno allo sciopero. Assieme lavoreranno a partire dalle RSU, ma anche interpellando i loro sindacati per dichiarare lo sciopero. Possiamo dire con ragionevole fiducia e cocciutaggine che anche nella provincia di Bologna 1° marzo lo sciopero ci sarà. Sappiamo che in altre province, come Reggio Emilia e Parma, lavoratori migranti e italiani stanno andando nella stessa direzione. Si tratta di percorsi importanti e la loro forza non può essere messa a tacere né dal governo né da quanti ritengono che, quando i migranti parlano, il lavoro si divide. Questo percorso afferma chiaramente che lottare insieme ai migranti è necessario per affermare i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori. Per il primo marzo si stanno preparando moltissime mobilitazioni nel segno della lotta contro il razzismo.

Noi sosterremo e contribuiremo a organizzare queste manifestazioni. Il 1° marzo però sarà soprattutto nel segno dei migranti e di tutti coloro che si assumeranno con loro il rischio della libertà di sciopero, dicendo no allo sfruttamento e alle gerarchie imposti dalla legge Bossi-Fini. Appena lo sciopero del lavoro migrante sarà realtà, smettendo di essere un mito o un´eterna promessa, la differenza dei migranti dentro al lavoro e nella vita quotidiana sarà meno terribile. Il 1° marzo dalle parole si può passare ai fatti.

Coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in Italia
coordinamentosciopero@gmail.com